La regista iraniana Nahid Sedigh, tra road e (potenziale) revenge movie, racconta il viaggio di un figlio col padre che uccise la madre.
La vendetta è un piatto che si serve freddo, forse. In Cold sigh della regista iraniana Nahid Sedigh, in concorso all’Ischia Film Festival, c’è di certo tanto freddo nel cuore di Baha, la cui madre è stata uccisa per adulterio dal padre Bahram. Ora che, inaspettatamente, Baha viene a sapere che con uno sconto di pena il padre condannato all’ergastolo si appresta a essere scarcerato, qualcosa gli ribolle dentro. Come un sentimento in punta di coltello. Lo andrà a prelevare all’uscita della prigione, chaffeur tra lande innevate di confine, ai confini di una rabbia sul punto di tramutarlo nel killer che vendica la madre.
Cold sigh di Nahid Sedigh è un riuscito dramma a cielo aperto e a bocca chiusa tra padre e figlio, costruito tra sconfinati silenzi ed emozioni thriller pronte a spezzarsi come fragili lastre di ghiaccio.
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